LE PRIME SALITE

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Le prime salite "ufficiali" del Gruppo Alpinistico Villarfocchiardese hanno inizio già dal 1954, ovvero dall'anno di fondazione.
Per ovvie ragioni logistiche vengono inizialmente prese d'assalto le montagne del circondario, vale a dire pressappoco quello che sarà il territorio del futuro parco Orsiera-Rocciavrè.

Nonostante la relativa vicinanza delle cime si trattava tuttavia di escursioni di tutto rispetto, anche perché naturalmente la strada non c'era ancora e questo obbligava a marce di avvicinamento molto più lunghe di quelle attuali.

Ciò non impedisce comunque l'apertura di qualche nuova via nonché il raggiungimento di tutte le vette del comprensorio con una predilezione, a quanto pare, per il Villano che viene salito perfino in notturna.

"Era il mese di Agosto del 1956.
 Più per scommessa che per puro spirito di avventura abbiamo deciso di cimentarci con la nord della Malanotte. La sagoma di questa parete ci affascinava già da parecchi anni e del resto avevamo avuto non poche occasioni di potercela riguardare, specialmente mentre salivamo al colle tra la Malanotte e la Punta Pian Paris.
Tenete presente che all'epoca non disponevamo certo di tutte le relazioni che avete voi adesso e quindi non nutrivamo alcun dubbio sul fatto che quella porzione di mondo così scartata e così poco accessibile fosse ancora inesplorata.
Alle prime luci dell'alba io e i miei due compagni partiamo dalla sede del GAV e, zaini in spalla, ci sobbarchiamo il lungo avvicinamento fino ai piedi della nostra parete.
Si rende qui necessaria una sosta rifocillatrice a base di vino, salame e formaggio (altro che antidoping...) dopodiché estraiamo dai nostri fardelli la poca attrezzatura che all'epoca potevamo permetterci, vale a dire alcuni cunei di legno ed una robusta corda di canapa per il cui acquisto eravamo ricorsi ad una sottoscrizione tra i membri del Gruppo Alpinistico.
Con tanto entusiasmo completiamo i primi tiri di corda e, pur restando estremamente concentrati sulla scalata, ci è tuttavia impossibile non soffermarci periodicamente ad osservare un panorama che per la prima volta vediamo da un insolito punto di vista. Intanto il tempo passa e la sorpresa è dietro l'angolo.
Ormai non mancano che poche decine di metri alla cima quando, proprio in una fenditura della roccia, troviamo un ormai logoro foglio di carta con su indicati i nomi  e la data in cui (tempo addietro) alcuni alpinisti già si erano cimentati in quella che noi ritenevamo essere una "prima assoluta".
Ritorniamo a casa soddisfatti per la nostra impresa ma ripromettendoci di rintracciare comunque coloro che ci avevano preceduti, se non altro per conoscerli e far loro i complimenti." 

Tra le mète di allora non poteva mancare, ovviamente, il Rocciamelone.
Esso, pur trovandosi sull'altro lato orografico della valle, era ed è tutt'ora la vetta più rappresentativa della Valle di Susa anche perché i suoi 3538 metri di altezza ospitano il più alto Santuario d'Europa.
Pure in questo caso l'assenza della strada obbligava i salitori a partire direttamente da Susa (mt. 500 circa) anziché dalla Riposa (mt. 2205) come avviene ai giorni nostri.

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1958 - Il Monte Palon 1957 - Il Niblé 1960 - Il Rocciamelone

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1959 - Il Monviso 1958 - La Cristalliera 1956 - Il Rocciamelone